La lavorazione del legno

La bottega del falegname, ricavata da una stanza della sua stessa abitazione, produceva mobili per la casa e attrezzi da lavoro, usando seghe, pialle, sgorbie e mazze.
Il falegname fabbricava anche gli attrezzi per la stalla come le mangiatoie e gli sgabelli per mungere.
Nella sua bottega c'era sempre il banco, un tavolo di legno dalla struttura robusta completo di morse e di particolari fori a cui potevano essere applicati i morsetti con i quali si stringevano i pezzi da lavorare.
Numerosi erano gli attrezzi per misurare e tracciare:
- righe,
- squadre (scuàres),
- compassi, metri e graffietti con i quali il falegname tracciava sui pezzi di legno cerchi,
- linee ad angolo o perpendicolari.

Al fine di tagliare e sagomare i pezzi di legno, il falegname usava diversi tipi di seghe:
- seghe a telaio, composte di un telaio in legno e da una lama dentata, tesa per mezzo di una corda torta da un listello di legno;
- il saracco, sega dalla lama libera a forma di trapezio, con una o due maniglie;
- il segone, con la lama in verticale, che veniva montato su di una struttura a cavalletto alta circa due metri, usata da due persone per ricavare tavole dai grossi tronchi.
Numerosi e di varie dimensioni erano pure gli attrezzi per forare il legno come i trapani (triviéles) e i succhielli (trevilins).
Per la lavorazione delle superfici venivano usate le pialle (splànes), costituite da un pezzo di legno moto duro e ben levigato, munito di una feritoia centrale dalla quale sporgeva una lama di acciaio, bloccata da un cuneo di legno. Le pialle con la lama sagomata servivano per eseguire le modanature.

Per le incisioni venivano usati vari strumenti costituiti da manici e lame taglienti:
gli scalpelli, dalla lama dritta, e le sgorbie (sgòibies), dalla lama a sezione curva.
Completavano la strumentazione della bottega numerose mazze e mazzuoli, la pignatta per la colla, il tornio a pedale, morse e morsetti.
Molto diffusa, come in tutta la Valcellina, era (ma ancora oggi qualche artigiano continua questa attività) la lavorazione del legno (in genere acero) per ottenerne cucchiai, forchette, mestoli per polenta, etc. che venivano poi venduti nei mercati della pianura o dai venditori ambulanti assieme alle tabacchiere e ai pettini in osso.