La casa andreana

Per sfruttare al meglio gli spazi, le case andreane venivano sviluppate in altezza. Durante l'inverno veniva recuperato il materiale necessario alla costruzione: legno, pietra, calce etc. I sassi, raccolti nei corsi d'acqua che circondano l'abitato di Andreis (Ledron, Alba, Molassa), venivano scelti in base alla compattezza ed alla forma, e se erano troppo grandi venivano, con arte, ridotti in pezzi più piccoli dagli scalpellini. Con la pietra si realizzavano le murature, le pavimentazioni delle case, i focolari.
Fino ai primi anni del 1900, i tetti erano tutti in paglia, costruiti con una tecnica particolare che li rendeva impermeabili e che li faceva durare anche più di vent'anni prima di sostituire la paglia stessa. Sul lato sud della casa, venivano realizzati i tipici ballatoi in legno, i dalz, che servivano soprattutto per stendere le pannocchie a seccare e sul tavolato venivano messi i fagioli.

La cucina, era il luogo della casa nel quale la famiglia si ritrovava, riunendosi attorno al focolare per il pranzo e per la cena.
Il focolare, in genere situato al centro della stanza, era composto da alcune pietre che trattenevano le braci e la cenere e da un'apertura per fare uscire il fumo. Tra queste pietre venivano posti gli alari, aste verticali provviste di bracci uniti da una catena sulla quale si appendevano le varie pentole per cucinare.
Sistemati vicino alla pietra del focolare si trovavano gli attrezzi che servivano per alimentare il fuoco e per attizzare le braci.
Le case erano spesso annerite dal fumo perché, essendo i tetti di paglia, non vi erano camini e perciò erano anche chiamate cjases da fum.
Tutt'attorno al focolare veniva sistemata una panca che spesso serviva oltre che per sedersi anche come luogo dove si consumavano i pasti: nelle case di una volta, infatti, non era presente la tavola.

Tra gli oggetti della cucina vi erano vari tipi di secchi in rame che servivano per il trasporto e per la conservazione dell'acqua, non essendoci l'acqua corrente nelle case di un tempo;
- l'arconcello che veniva appoggiato sulle spalle e sul quale si appendevano i secchi (çompedon);
- il paiolo per fare la polenta;
- il tagliere per la polenta;
- cesti per asciugare le verdure;
- diversi vasi in ceramica e/o terracotta per vari usi;
- arnesi per tagliare e per tritare;
- il pestasale;
- alcuni attrezzi per macinare e tostare il caffè;
- mestoli;
- varie pentole.
Nell'angolo della cucina c'era il cjantonàl che fungeva da armadio per provviste, piatti e posate.